Arriva ai Musei Reali di Torino il San Giovanni Battista di Caravaggio, che sarà esposto nelle sale dedicate ai pittori caravaggeschi della Galleria Sabauda.
L’opera, realizzata tra il 1604 e il 1606, proviene da Roma dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica grazie a uno scambio promosso dalle direzioni dei due musei in occasione della mostra L’ora dello spettatore. Come le immagini ci usano (Roma, Palazzo Barberini, 2 dicembre 2020 – 5 aprile 2021). L’esposizione romana accoglie infatti nel suo percorso la rarissima tavola di Hans Memling con la Passione di Cristo, conservata alla Galleria Sabauda. L’evento espositivo, sostenuto dalla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino e da Reale Mutua, è una straordinaria opportunità per portare all’attenzione del pubblico le collezioni di due grandi pinacoteche italiane e il genio dei loro insuperati maestri.
Caravaggio, uno dei pittori più celebrati e amati di ogni tempo, con il suo stile audace e innovatore sperimenta nei primi anni del 1600 nuove composizioni di soggetto sacro e profano, popolate da personaggi raffigurati nell’immediatezza della loro umanità e arricchite da frammenti di natura morta. Tra queste si colloca anche il San Giovanni che raffigura “il Battista”, uno dei santi più venerati dalle chiese cristiane, asceta spesso considerato come l’ultimo dei Profeti. Caravaggio lo mostra ancora adolescente, in un momento di riposo nel deserto, dove trascorse gran parte della sua esistenza. La figura, avvolta in un mantello rosso, emerge dall’oscurità, il volto in penombra e le mani indurite dal sole, lo sguardo schivo e malinconico rivolto al buio oltre la cornice, come sorpreso da una misteriosa presenza. Accanto, gli oggetti che ne qualificano l’identità: la croce di canne e la ciotola per i battesimi.
L’opera, scortata dal Corpo dei Carabinieri, è arrivata a Torino il 24 febbraio scorso e sarà esposta per i prossimi tre mesi in una sala del percorso permanente della Galleria Sabauda. La mostra-dossier permetterà di presentare al pubblico uno dei capolavori del pittore che con il suo linguaggio rivoluzionario seppe cambiare il corso della storia dell’arte, ma sarà anche un’occasione unica per mostrare lo stretto dialogo che intercorre con le opere di quei pittori italiani e stranieri, di prima e seconda generazione, che furono profondamente influenzati dalla sua pittura. Alcuni, come Giovanni Baglione, coetaneo del Merisi e suo acerrimo nemico, interpretano solo esteriormente i modelli del maestro; altri come Valentin, Vignon, Ribera e Serodine ripropongono con grande rigore l’umiltà mistica dei santi a partire da invenzioni caravaggesche. Altri ancora, come Antiveduto Gramatica e Orazio Riminaldi, guardano al profondo naturalismo e alle nuove tematiche introdotte dal Merisi, mentre il pittore olandese Matthias Stomer porta avanti nei suoi quadri a “lume di notte” i vigorosi contrasti tra luci e ombre. Caravaggio affascina i grandi collezionisti del tempo e anche i Savoia: come mostrano le opere esposte, anche la casa reale piemontese si aggiorna subito sulla moderna pittura di realtà, ampiamente documentata negli inventari degli anni Trenta del Seicento. Sarà Orazio Gentileschi a donare proprio al duca sabaudo Carlo Emanuele I, nel 1623, la splendida pala con l’Annunciazione, una delle sue opere più intense e significative.
“Nonostante i mesi di lockdown, i Musei Reali non si sono mai fermati. – dichiara Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali di Torino -. L’emergenza che abbiamo vissuto e che stiamo tuttora vivendo ha evidenziato la necessità di offrire al pubblico proposte culturali inedite, misurate sulle attuali esigenze di fruizione e di sostenibilità, sviluppate anche in collaborazione con altre realtà nazionali. I Musei Reali si fanno promotori di un costante scambio e confronto con lo scenario nazionale, oggi essenziale per offrire al pubblico nuovi contenuti capaci di moltiplicare le opportunità di conoscenza e di esperienza”.
“Con soddisfazione annunciamo oggi l’apertura dell’esposizione del San Giovanni Battista di Caravaggio, per la prima volta a Torino. – Afferma Giorgio Marsiaj, Presidente Consulta Valorizzazione Beni Artistici e Culturali di Torino –. Quello di Consulta è un atteggiamento partecipe e attento; crediamo nella cultura quale leva economica ed inclusiva, che favorisce lo sviluppo, e aumenta l’attrattività e il benessere del territorio. Nonostante le criticità generate dalla pandemia, le aziende e gli enti Soci di Consulta rimangono focalizzati nel settore culturale, per contribuire a conservare e valorizzare il patrimonio che la Storia ci ha consegnato, per le generazioni a venire”.
“Siamo lieti di sostenere questa prestigiosa esposizione, che assume un significato particolare in un momento in cui l’arte, e in generale la cultura, è ingrediente fondamentale del processo di ripartenza – ha dichiarato Luigi Lana, Presidente Reale Mutua – Operare in sinergia con realtà di eccellenza come la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino ci permette di essere parte attiva nella valorizzazione del territorio e di generare impatti positivi sociali e culturali in grado di accrescere l’ambizione di Torino a diventare sempre più un polo artistico di respiro nazionale e internazionale”
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